ESERCIZIO
PRINCIPI DELL’ESERCIZIO CORRETTIVO
La creazione e l’implementazione di esercizi correttivi, è subordinata a un’attenta analisi sia della disfunzione che del soggetto che si ha di fronte. Lo scopo finale è senza dubbio quello, dov’è possibile, di andare a migliorare le posture e gli schemi di movimento alterati o sub-ottimali ma è necessario innanzitutto inquadrare come la particolare disfunzione analizzata s’inserisca nel “sistema corpo” dell’individuo.
Alcuni dei principi di questa prima analisi si possono riassumere nei seguenti punti:
- analizzare il soggetto nel suo insieme
- individuare l’alterazione e le sue interazioni con il resto della struttura corporea
- capire le cause primarie dell’alterazione
- valutare le possibilità di correggere l’alterazione.
Questa prima analisi deve necessariamente comprendere delle valutazioni di tipo posturale (sia dinamiche, che statiche), del livello di attività muscolare, dei range articolari, dell’appoggio podalico e delle classi occlusali e infine di quella che è la storia del soggetto analizzato.
Una volta eseguita questa prima analisi si può procedere alla creazione e l’utilizzo di esercitazioni correttive che devono avere come scopo finale quello di correggere l’alterazione lavorando su aspetti più specifici per arrivare a un risultato finale d’insieme.
Alcuni obbiettivi caratteristici dell’esercizio correttivo sono:
- eliminare retrazioni
- ristabilire il range articolare
- correggere pattern motori
- eliminare deficit propriocettivi e di equilibrio
- eliminare scompensi muscolari
- inibire eccessiva attività muscolare.
Da questa analisi è possibile capire come, se si considera l’individuo in modo globale, sia impossibile somministrare un protocollo di lavoro con esercizi correttivi per una o più disfunzioni che non tenga conto di come tale intervento possa alterare il più ampio equilibrio del sistema. Quindi è necessario un lavoro di tipo integrato, che vada sì a correggere le disfunzioni rilevate, ma che permetta inoltre di prevenire o limitare problematiche dovute al nuovo equilibrio che si sta creando nell’individuo.
L’esercizio correttivo, nella sua globalità, rappresenta il processo sistematico d’identificazione della disfunzione neuro muscolo scheletrica e lo sviluppo di un piano d’azione con l’implementazione di strategie correttive.
Il modo più corretto di procedere è quello di:
- identificare il problema (con un’accurata valutazione e somministrazione di test)
- risolvere il problema (applicando un programma correttivo mirato)
- implementare la soluzione (rendendo effettivo, nella vita quotidiana, il risultato ottenuto).
Per rendere effettivo ciò che abbiamo sopra descritto, il metodo ESERCIZIO CORRETTIVO, dopo aver compiuto un’accurata valutazione e raccolta dati, si avvale di 2 fasi:
FASE DI RIEQUILIBRIO: raccoglie a sua volta 3 ulteriori fasi:
- tecniche di auto rilasciamento mio-fasciale
- tecniche di stretching e mobilità articolare
- tecniche di rinforzo analitico.
FASE DI INTEGRAZIONE: tecniche di integrazione funzionale.
Aatif Falcetta
Fonte: Questo scritto è stato ripreso da “ESERCIZIO CORRETTIVO” postura, salute e performance di “ISTITUTO ATS”. Giacomo Catalani editore.
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