YOGA NIDRA 2
LO YOGA DEL SONNO E ONDE CEREBRALI
Le origini dello Yoga Nidra vanno ricercate nella pratica del Nyasa tantrico (una pratica rituale in cui attraverso l’utilizzo di mantra e visualizzazioni si procede allo spostamento dell’attenzione della mente su un punto fisico al fine di instillare il risveglio consapevole) sulla base di questa tradizione Swami Satyananda Saraswati ha “codificato” la pratica di Yoga Nidra.
L’attuale pratica di Yoga Nidra si basa fondamentalmente sulla rotazione della coscienza nelle diverse parti del corpo, lasciando aperto solo il canale dell’udito si riduce l’influenza dei sensi sulla mente e si guida la mente a percorre il corpo in modo sistematico.
Così facendo si ripercorre la mappa neurologica del corpo fisico presente nella materia cerebrale (l’omuncolo motorio, la cui proiezione è presente nella corteccia motoria).
L’ordine preciso di rotazione della coscienza attraverso le varie parti del corpo induce un flusso di energia entro il circuito neurologico dell’omuncolo motore. Il movimento progressivo della consapevolezza attraverso le parti del corpo, non solo induce il rilassamento fisico, ma ripulisce tutta la rete nervosa fino al cervello, sia quella che governa l’attività fisica che quella che si occupa delle informazioni immesse. Nello stesso tempo, come abbiamo visto, percorriamo totalmente la superficie del cervello. In questo mondo, Yoga Nidra rilassa la mente rilassando il corpo.
La rotazione della coscienza attorno alle varie parti del corpo non è una pratica di concentrazione e non coinvolge alcun movimento fisico. Durante la pratica vi sono solo tre requisiti da soddisfare rimanere consapevoli (cercare di non dormire) ascoltare la voce muovere la mente rapidamente secondo le istruzioni
La rotazione della coscienza
In yoga nidra si procede con una sequenza ben definita, di solito iniziando con il pollice della mano destra e finendo con il mignolo del piede destro; poi con un circuito simile, dal pollice della mano sinistra al mignolo del piede sinistro. I circuiti successivi procedono dalla nuca alle natiche o ai talloni e dalla testa, comprese le parti del viso, fino alle gambe.
Dopo aver completato la rotazione della coscienza lungo il corpo, il rilassamento fisico viene proseguito e completato portando l’attenzione al respiro. In questa pratica l’individuo mantiene semplicemente la consapevolezza sul respiro: non dovrebbe esservi alcun tentativo di modificare o forzare il respiro.
La consapevolezza del respiro non solo promuove il rilassamento e la concentrazione, ma risveglia anche delle energie superiori che vengono dirette ad ogni cellula del corpo.
A questo flusso di energia si associa un’esperienza soggettiva di rilassamento e avviene una spontanea dissociazione della coscienza dei canali motorio e sensoriale.
Quando la coscienza si dissocia sia dagli organi motori (karmendriya) sia dagli organi sensoriali (gyanendriya) il contatto tra la corteccia sensoriale e motoria del cervello e il mondo esterno viene progressivamente perso.
Quando questo avviene la coscienza viene gradualmente ritirata verso la propria origine. Si crea quindi uno stato di pratyahara.
Quando il corpo vive un’esperienza di rilassamento profondo e progressivo di tutte le tensioni muscolari e posturali, quando perde la consapevolezza dell’ambiente esterno, si dissolve lo stato di realtà della veglia e lo stato di esperienza del sogno lo sostituisce.
Si crea il cosiddetto stato “ipnagogico” durante il quale l’attività cerebrale è costituita da emissioni transitorie di onde alpha (dagli 8 ai 13,9 hertz) a cui si alternano periodi di onde beta (14-30 hertz tipiche dello stato di veglia) e onde theta (4 – 7,9 hertz stadi 1 e 2 del sonno REM).
Ciò significa che la coscienza è in equilibrio sulla linea di confine tra veglia e sonno per un periodo di tempo esteso. Yoga Nidra ha luogo in questa soglia di coscienza sensoriale e di coscienza di sonno.
Penetrando a fondo nei recessi della nostra mente tramite Yoga Nidra arriviamo a uno stadio in cui la mente è molto ricettiva ed è questo il momento in cui possiamo lavorare sul sankalpa (risoluzione positiva).
Il Sankapla è il seme del cambiamento, e andrebbe scelto con molta cura, è una frase o un proposito positivo che si ripete mentalmente per tre volte, all’inizio della pratica, quando iniziano a manifestarsi le onde alpha e quindi la mente inizia a diventare più recettiva e quindi equivale a piantare il seme, e per altre tre volte alla fine, quando il rilassamento profondo si manifesta attraverso le onde tetha e betha e quindi la mente è ancor di più recettiva, che equivale ad innaffiare il seme.
Il Sankalpa deve essere ripetuto con decisione e rappresenta qualcosa che ha a che fare con la nostra crescita personale, anche se in alcuni casi è utilizzato anche per guarire da uno stato di malattia.
É proprio attraverso questo seme, o questo proposito, che possiamo riformare la nostra personalità e la direzione della nostra vita, e, se sappiamo cosa desiderare nella vita, il Sankalpa può essere definito “il creatore del nostro destino.
Yoga Nidra utilizzato come supporto alla terapia
Lo Yoga Nidra presenta numerosi benefici per la salute del corpo e della mente. In particolare aiuta il rilassamento sia a livello fisico che a livello emotivo, permette al corpo di distendersi completamente e alla mente di liberarsi dalle preoccupazioni della vita.
Durante questa rilassante pratica si appare addormentati, ma in realtà la coscienza lavora ad un livello di consapevolezza più profondo. Fin da subito il praticante inizia a percepire una profonda sensazione di relax, ma gli effetti su tutto l’organismo sono numerosi: tra i più importanti, un rallentamento di tutto il metabolismo, attestato da un ridotto consumo di ossigeno, dalla diminuzione delle pulsazioni cardiache e dall’aumento dell’attività delle onde alfa del cervello. Un’ora di Yoga Nidra equivale a recuperare 3 ore e mezzo di sonno naturale.
Lo Yoga Nidra è una pratica ideale anche per molte condizioni patologiche, acute o croniche. Per esempio, si è dimostrato efficace per le cardiopatie, la pressione alta, l’asma e il diabete, per chi soffre di problemi digestivi, nelle condizioni degenerative croniche come artrite, tosse e raffreddori. Come utile strumento per gestire condizioni di stress di ogni tipo, lo Yoga Nidra è anche un efficace aiuto nel recupero post-operatorio.
Lo Yoga Nidra, può essere efficace anche per fronteggiare la sindrome da Burn-out. Sembra che la sindrome in questione sia legata al funzionamento di due importanti neurotrasmettitori: la dopamina e la serotonina. Entrambi conosciuti anche come “ormoni della felicità’” in quanto fondamentali per scagionare il pericolo di depressione. Sembra che le onde alfa, quelle appunto che si trovano nello stato di pratica dello Yoga Nidra, siano in grado di attivare questi neurotrasmettitori permettendo al soggetto di poter meglio gestire situazioni di esaurimento tipiche del Burn-out.
Grazia Ugazzi
Fonti:
‘Yoga Nidra’ Sw.Satyananda Saraswati
Rivista ‘Yoga plus’ n.15 – 2009
Rivista digitale ‘lamenteèmeravigliosa.it’
Portale ‘www.pianetablunews.it’
Ti è piaciuto l’articolo? Per favore torna su Facebook , metti MI PIACE e condividilo con gli amici del tuo canale. Grazie per l’aiuto nella diffusione dei nostri articoli.
Immagini
Le immagini pubblicate sono tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro). Qualora i soggetti interessati o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo con un email, e provvederemo prontamente o appena possibile alla rimozione dei testi e delle immagini utilizzate.