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(IN)-TOLLERANZA ALIMENTARE

(IN)-TOLLERANZA ALIMENTARE

18 Maggio 2022 Alimentazione Naturopatia Stile di Vita 0

E’ POSSIBILE RECUPERARLA?

di Roberta Longo

Incontro spesso persone che dichiarano di essere intolleranti ad una buona lista di alimenti  e che vivono costantemente in uno stato di “vorrei ma non posso…”, trasformando la dieta quotidiana in limiti ed esclusioni.

La maggior parte delle volte, gonfiori addominali e disturbi intestinali accompagnano ad una “autodiagnosi” che altro non fa che trasformare non solo il rapporto  che abbiamo con il cibo ma anche con la vita sociale:  spesso infatti  le   limitazioni che i soggetti che sospettano una intolleranza si impongono verso il cibo, portano loro a limitare ad evitare cene in compagnia o comunque  occasioni di convivialità al fine di evitare i fastidiosi effetti che l’assunzione di alimenti non tollerati , può loro causare.

ALLERGIA O INTOLLERANZA?

Ma partiamo dal principio e quindi diamo una definizione di allergia e di  intolleranza, attenendoci a fonti scientifiche.

La SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) definisce allergie ed intolleranze “reazioni avverse agli alimenti” e cioè manifestazioni indesiderate e impreviste che si scatenano in seguito all’assunzione di un alimento.

A loro volta queste possono distinguersi in tossiche, o da avvelenamento e quindi da contaminazione batterica o chimica, oppure non tossiche o da ipersensibilità di cui fanno parte allergie e intolleranze.

Mentre è certo che in una risposta allergica ci sia il coinvolgimento del sistema immunitario, nel caso delle intolleranze esistono più scuole di pensiero.

La Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica afferma che i sintomi scatenati dalle intolleranze alimentari non sono mai dovuti ad una reazione del sistema immunitario e variano a seconda della quantità ingerita dell’alimento non tollerato. Sostiene inoltre che esse siano spesso la conseguenza di altre condizioni fisiche la cui ricerca è il vero metodo diagnostico. Suddivide poi le intolleranze  in questo modo: intolleranze da difetti enzimatici, da sostanze farmacologicamente attive e da meccanismi sconosciuti come le intolleranze da additivi (ad esempio solfiti e glutammato)

La visione Statunitense dell’Accademia di Allergologia ed Immunologia, sostenendo che anche le intolleranze spesso coinvolgano una reazione del sistema immunitario, differenzia queste reazioni in “immunologiche” e “non immunologiche”, evidenziando che, mentre le allergie prevedano il rilascio di una classe di anticorpi di una classe detta  IgE, le intolleranze o reazione ritardate, prevedano il rilascio invece di IgA .

Tra le reazione non immunologiche riconosce i deficit enzimatici (come la celiachia e l’intolleranza al lattosio), le intolleranze farmacologiche e da additivi (coloranti , conservanti , addensanti…).

Fanno invece parte delle reazioni immunologiche, oltre che le allergie anche le “reazioni ritardate” o intolleranze.

Cosa sono quindi le intolleranze?

Si tratta di una reazione che si innesca lentamente e in seguito all’assunzione ripetuta di una sostanza che nel tempo genera un sovraccarico e quindi una lenta intossicazione.

COME RICONOSCERLA?

Sintomi  che seguono immediatamente l’assunzione di un determinato alimento facilmente portano a sospettare un’allergia ma, se le intolleranze sono la conseguenza di una lenta intossicazione come fare?

Spesso inoltre una intolleranza si manifesta con disturbi diffusi, che non necessariamente riguardano l’apparato gastrointestinale generando difficoltà nella diagnosi. A questo va aggiunto che, a meno che si tratti di un deficit enzimatico, non esistono test validati scientificamente che confermino ufficialmente la presenza di intolleranze che pertanto  vengono diagnosticate con tecniche non tradizionali.

La validità di questi test è spesso messa in discussione ma ciò che fa la differenza è sicuramente l’operatore a cui ci si affida per l’indagine il quale, non dovrà preoccuparsi solo della mera esecuzione di un test ma dovrà raccogliere una serie di dati attraverso un colloquio approfondito, affinché possa avere una visione globale dello stile di vita e della salute del soggetto.

Cito alcuni tra i test esistenti:

-Vegatest

-Test del polso del dott. Coca

-Iridologia

-Test Kinesiologico

PERCHE’ SIAMO “TUTTI” INTOLLERANTI?

Trattandosi di una reazione di “lenta intossicazione” data da un sovraccarico, la grande diffusione delle intolleranze non può che farci riflettere.

Che stile di vita conduciamo?

Il buon funzionamento del nostro sistema immunitario, oltre che dipendere dall’età e da fattori genetici, dipende anche da “stressor” esterni: inquinamento ambientale e acustico, additivi chimici, conservanti, abuso di farmaci, agenti infettivi, stress psico-fisici, stress ormonali, carenze di vitamine e minerali sono causa di indebolimento della nostra immunità.

In aggiunta al sistema immunitario che tutti siamo consci di possedere, anche l’intestino, ha  un personale sistema di difesa detto GALT, che a causa degli stressor sopra citati e di una cattiva alimentazione, può alterarsi riducendo così drasticamente la capacità protettiva che la flora batterica dovrebbe avere. Ne consegue  un difficoltoso assorbimento dei nutrienti , un danneggiamento della parete intestinale con un conseguente ristagno di sostanze tossiche che, attraverso una barriera intestinale indebolita, passano nel circolo sanguigno.

Da qui lo scatenarsi di una lenta intossicazione a cui il corpo risponde con una infiammazione che, per quanto minima, persiste nel tempo mantenendo l’organismo in una situazione di continuo allarme.

Si tratta di uno stato che può proseguire a lungo senza neppure rendersene conto fino a quando, a seguito di un ultimo evento l’organismo inizia a cedere manifestando disturbi di entità più o meno lieve.

SI PUO’ RECUPERARE LA TOLLERANZA?

Alla luce di quanto appena detto la risposta è SI, possiamo recuperarla se comprendiamo che il nostro corpo è un contenitore all’interno del quale sono contenuti fattori genetici e costituzionali, conflitti psichici ed emotivi, carenze nutrizionali e  tossine  a cui si aggiungono stress ambientali, chimici, fisici… Un contenitore troppo “pieno” corre il rischio di traboccare portandoci a manifestare sintomi e disagi.

E’ quindi insufficiente e del tutto inutile escludere alimenti dalla propria vita (…se non siamo allergici ovviamente!) se non prendiamo atto delle condizioni del nostro “contenitore” e non intraprendiamo un percorso che ci aiuti a ripristinarne l’equilibrio ed il buon funzionamento.

Roberta Longo


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