Asana e stress


Il termine ASANA (āsana termine neutro per convenzione maschile – dal sanscrito esser seduto, postura Yoga) si ritrova in testi classici come: l’Hatha Yoga Pradipika, la Gherarda Samhita, le Shiva Samhita, lo Yoga Sutra di Patanjali, le Upanishad dello Yoga.
Ma che cos’è un ASANA? Per iniziare potremo dire che asana è una posizione, una postura che il corpo assume e che ha determinate caratteristiche, cioè:
- tempo di mantenimento
- immobilità corporea
- stato di relax
abbiamo già quindi tre parametri che la caratterizzano: tenuta a lungo, nella immobilità e in modo comodo e rilassato.
A questi se ne aggiungono altri due che meglio permettono di penetrare la bellezza, la profondità, il significato degli asana, cioè la coscienza del respiro e la coscienza dello stato mentale, dei pensieri che, in quel momento stanno passando nella nostra mente. Dobbiamo precisare che i parametri che abbiamo elencati propri degli asana (lunga durata, grande immobilità profondi stati di relax continua presenza della mente e del respiro) si raggiungono solo progressivamente. Tentando di praticare avvicinandosi a queste condizioni si sta comunque già lavorando come gli asana prescrivono, con un concetto di progressione.

L’origine della maggior parte delle posizioni è sconosciuta. Secondo la tradizione induista, all’inizio del mondo, le specie viventi erano state create dal dio Brahma, il quale aveva assunto una posizione che rappresentava la forza dell’essere vivente cui stava per dare la vita. Gli asana sarebbero quindi le posizioni creatrici, numerose quanto gli esseri viventi; la tradizione vuole che ce ne siano ben 8.400.000 e che portino ciascuno il nome di una pianta, di un insetto o di un animale. Oltre a queste ve ne sono altre cui è stato dato il nome di saggi, eroi o divinità, allo scopo di onorarli. Secondo gli antichi trattati, il numero delle posizioni utili va, però, da quattordici a cinquanta, ma può anche limitarsi ulteriormente.
GLI EFFETTI DEGLI ASANA
Gli effetti degli asana si riflettono sul piano fisico, energetico, mentale. Per meglio capire facciamo un accenno alle Upanishad e alla filosofia Samkhya che parla di come è strutturato l’essere umano.
Secondo questi testi antichi, l’uomo non è soltanto quel corpo fisico che noi possiamo toccare, vedere, l’uomo è costituito di 5 corpi che in termini occidentali vengono chiamati: corpo fisico, corpo energetico, corpo mentale inferiore, corpo mentale superiore, corpo causale.
ANNAMAYA KOSHA PRANAMAYA KOSHA MANOMAYA KOSHA VIJNANAMAYA KOSHA ANANDAMAYA KOSHA | CORPO FISICO CORPO ENERGETICO CORPO MENTALE INFERIORE CORPO MENTALE SUPERIORE CORPO CAUSALE |
I corpi non sono come le foglie di una cipolla con uno strato più all’esterno e gli altri strati sempre più all’interno, queste stratificazioni hanno la caratteristica di interpenetrarsi, di essere contemporaneamente esistenti nello spazio e nel tempo.
Un asana, una postura del corpo con le caratteristiche citate, agisce sui primi quattro corpi elencati.
L’asana ha un effetto che va al di là di una normale posizione che il corpo può assumere durante la giornata o di notte. Ogni genere di esercizio ha due caratteristiche, il moto e l’azione. Gli asana esercitano le parti anteriore, posteriore, laterali, e interne del corpo allo stesso modo, come se ogni posizione fosse un’entità a sé stante in cui ogni porzione del corpo gioca un ruolo specifico e nessuna viene esclusa. Per moto si intende movimento costante da una posizione ad un’altra, o da un luogo ad un altro. Gli asana, benché esternamente appaiano statici, sono ricchi di azione dinamica al loro interno. Quando effettuiamo le posizioni, un’intera gamma di movimenti ed azioni quali estensioni, espansioni orizzontali, verticali, diagonali e rotatorie si dispiega. Per far ciò, si richiedono abilità, intelligenza e applicazione. Non c’è parte del corpo o della mente che non venga stimolata da un asana eseguito correttamente. C’è un enorme differenza tra lo Yoga e le altre discipline fisiche.
Gli asana interessano sia l’aspetto fisico che quello psicologico mentre le altre discipline fisiche si limitano ad agire esternamente. Gli asana rendono consapevoli del proprio corpo ma generano anche coscienza della propria interiorità e aiutano a stabilizzare la mente.
Uno dei primi benefici che abbiamo, praticando asana è ‘l’ammorbidirsi’ delle articolazioni del corpo con l’apporto di energia in forma di prana. Le respirazioni profonde rimuovono tossine dal corpo, la sincronia del movimento con il respiro ha un effetto armonizzante sul sistema nervoso. Il corpo fisiologico e gli organi vitali come ad esempio il fegato, la milza, gli intestini, i polmoni i reni vengono rafforzati e rivitalizzanti. Così innanzitutto avremo un allungamento graduale della muscolatura, un massaggio sugli organi interni e un rilassamento del sistema corpo-mente.
Qualsiasi beneficio sul piano fisico si riflette sul piano mentale. Spesso un problema fisico riflette un problema mentale, ossia il piano fisico funge da schermo alla mente. Gli asana portano all’equilibrio naturale tra corpo e mente.

Il nostro profilo emotivo, fisico e comportamentale è influenzato e regolato dal sistema endocrino. E’ un equilibrio fondamentale.
Gli asana influenzano notevolmente il funzionamento del sistema endocrino. Conosciamo il ruolo importante che le ghiandole endocrine giocano durante l’adattamento allo stress tramite la secrezione degli ormoni. C’è una relazione talmente intricata tra le ghiandole, che il cattivo funzionamento di una può causare la rottura di equilibrio all’intero sistema.
Gli asana producono armonia nel funzionamento dei differenti sistemi fisiologici strettamente interconnessi fra loro, come il sistema circolatorio, nervoso, respiratorio e digestivo. Qualsiasi rottura nella corretta relazione funzionale tra questi sistemi causa la perdita di salute ed efficienza del corpo. Tutti questi sistemi giocano un ruolo attivo durante l’adattamento del corpo allo stress.

Il sistema digestivo è uno dei più importanti e da esso dipende lo stato di salute di tutto il corpo. Se non funziona regolarmente dà origine a molte malattie, ma anche in questo caso gli asana sono un aiuto impagabile e contribuiscono ad alleviare le sofferenze.
L’esercizio di asana e pranayama consente al sistema respiratorio di funzionare nel migliore dei modi, poiché tali tecniche assicurano un corretto apporto di ossigeno al sangue e una migliore circolazione sanguigna per tutto il corpo.
Asana e pranayama sono utilissimi per il cervello, i nervi e la spina dorsale. Il cervello è la sede del pensiero, del ragionamento, della memoria, della percezione e del comando. Il cervello controlla i movimenti volontari e involontari del corpo. Corpo e cervello si influenzano continuamente l’un l’altro e il tenere testa ai tumulti dell’esistenza li costringe ad uno stress costante. Asana quali Sarvangasana, Sirsasana, Halasana che rifondendo di sangue fresco il cervello lo mantengono vigile, attivo e allo stesso tempo tranquillo, dimostrano come lo yoga possieda la rara capacità di calmare i nervi, riposare il cervello, e rendere la mente calma.
L’influenza sottile che gli asana generano nel corpo è a livello di pranamaya kosha, o dimensione energetica. Pranamaya kosha è pervaso da ciò che è conosciuto come bioplasma, bioluminescenza o prana, fotografato per la prima volta dai coniugi Kirlian. Questa energia, viaggiando attraverso e intorno al copro lungo i canali specifici o nadi, genera la presenza dell’aura intorno al corpo. Poiché questi canali si bloccano facilmente, il prana tende a rimanere congestionato in alcune aree e, quando questo accade, si generano disturbi fisici e mentali. Il prana è anche intimamente legato alla mente e il libero flusso di prana generato dagli asana porta all’equilibrio mentale e alla calma.

Un altro aspetto importante è che gli asana portano ad una migliore respirazione. L’abitudine, durante le pratiche, di respirare in modo più profondo, porta a migliorare la respirazione anche nelle altre attività quotidiane.
Una respirazione di tipo rapido e irregolare indica tensione nella mente e nel corpo, mentre una respirazione lenta, profonda e ritmica indica sia calma mentale che buona salute. La pratica degli asana produce serenità emozionale e mentale, rallentando la respirazione e rendendo più profonda l’inspirazione e l’espirazione. Infine la pratica degli asana con la consapevolezza del corpo e del respiro, mantiene la mente libera da tensioni e preoccupazioni, almeno durante la pratica.
Il rilassamento temporaneo raggiunto durante la pratica protrae gradualmente la sua azione portando dei cambiamenti permanenti nella natura mentale ed emozionale dell’individuo. Così come il nostro atteggiamento mentale si riflette sul corpo, nello stesso modo la posizione fisica raggiunta durante la pratica degli asana ha un effetto corrispondente sulla mente.
Grazia Ugazzi
Bibliografia:
- Asana Pranayama Mudra e Banda – Satyananda Paramahansa – ed.Satyananda
- Il fenomeno stress – F.Vester – ed.Giunti martello
- A systematic corse in yoga…- Satyananda Paramahansa – ed. bihar school of yoga India
- Yoga e Stress- Sw.Suryamani Saraswati – ed.Satyananda
- Prana, pranayama, prana vidya – sw.Niranjananda – ed.satyananda
- Meditazione psiche e cervello – f.Bottaccioli – ed.tecniche nuove
- Vivere con lo stress- Jacqueline Renaud – ed.Armenia
Ti è piaciuto l’articolo? Per favore torna su Facebook , metti MI PIACE e condividilo con gli amici del tuo canale. Grazie per l’aiuto nella diffusione dei nostri articoli.
Immagini
Le immagini pubblicate sono tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro). Qualora i soggetti interessati o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo con un email, e provvederemo prontamente o appena possibile alla rimozione dei testi e delle immagini utilizzate.