Pranayama e stress 1
Nello yoga la respirazione è considerata un processo molto importante poiché è il mezzo vitale per l’assorbimento del “prana” nel corpo.
Il respiro entra ed esce continuamente dal corpo ad un ritmo di circa quindici volte al minuto e si alterna ciclicamente da una narice all’altra approssimativamente ogni novanta minuti, ma noi non ne siamo consapevoli. E’ guidato dal prana, l’energia della vita, ed è intimamente collegato con tutti i processi chimici del corpo, dal consumo di ossigeno e glucosio ad ogni contrazione muscolare, secrezione ghiandolare e pensiero.
Gli shastra spiegano come il prana dia coscienza e vita a qualsiasi creatura respiri. Secondo la Taittiriya, la Brahmana e la Mastri Upanishad e lo Shiva Swarodaya, il respiro è considerato veicolo di Brahaman, o coscienza cosmica. Persino nella Bibbia è detto esplicitamente che all’uomo fu data coscienza e vita tramite il respiro: ‘il Signore Dio creò l’uomo dalla polvere e respirando nelle sue narici il respiro della vita, divenne un’anima vivente’ (Gen.2:7). Il respiro steso, essendo trasmesso dal sé cosmico, contiene la forza cosmica al suo interno.
Il respiro ha così grande importanza nell’esistenza umana che gli antichi rishi o veggenti svilupparono una scienza completa attorno ad esso, a partire dallo studio del semplice processo della respirazione. Questa scienza, lo swara yoga, comunque non dovrebbe essere confusa con il pranayama, sebbene entrambi siano in relazione con il prana. Lo swara yoga esalta le analisi del respiro e il significato dei diversi ritmi pranici, mentre il pranayama comprende tecniche per canalizzare, immagazzinare e controllare il prana.
Il prana e la mente s’influenzano reciprocamente. Quando i prana sono agitati, influiscono sulla mente e viceversa. Controllando i prana tramite la pratica di pranayama, le inquietudini della mente sono automaticamente controllate.
Divenire consapevoli del respiro ha un effetto calmante sulla mente. Nel pranayama il rilassamento è raggiunto attraverso la modificazione, il controllo sottile e la totale consapevolezza del respiro.
Secondo lo swara yoga vengono creati nelle narici tre differenti flussi di energia: ida, pingala e sushumna. La narice sinistra è connessa alla rete di nadi di qualità ida; la narice destra alla rete di nadi di qualità pingala. Quando il respiro fluisce attraverso la narice sinistra, ida stimola le facoltà mentali, quando il flusso proviene dalla narice destra, pingala stimola il corpo. Quando entrambe le narici divengono attive simultaneamente, allora si dice che sushumna nadi stimola ‘l’atma’ o potenziale spirituale. Di solito questo avviene solo per un paio di minuti durante il cambio di prevalenza del respiro da una narice all’altra.
L’influenza sul sistema nervoso autonomo
La natura duale della struttura psicofisiologica umana si riflette nella struttura fisica del cervello e del sistema nervoso centrale. Gli studi e le ricerche neurofisiologiche e psicologiche sono stati capaci di dimostrare che i due emisferi del cervello sono realmente responsabili delle diverse abilità e delle diverse modalità caratteristiche di espressione dell’individualità umana.
Si è scoperto che l’emisfero destro si assume la responsabilità del lato spaziale, artistico, solistico, intuitivo e psichico della nostra percezione, che sono le funzioni di ida nadi, mentre l’emisfero sinistro è responsabile delle nostre facoltà logiche, razionali e analitiche e dei modelli di pensiero sequenziali e lineari, tutte funzioni di pingala nadi.
Nell’emisfero sinistro si trovano i centri della comunicazione verbale: ascolto, lettura, parola e scrittura. L’educazione formale avviene prevalentemente attraverso l’uso del linguaggio, quindi la comunicazione verbale. Perciò l’emisfero sinistro viene considerato dominante. L’emisfero sinistro possiede qualità di competitività, egoismo e aggressività – le cosiddette qualità maschili – mentre l’emisfero destro è dotato delle qualità femminili – amore, compassione. Secondo lo swara yoga il lato destro del cervello si attiva quando fluisce la narice sinistra mentre il lato sinistro del cervello si attiva quando fluisce la narice destra; quando entrambe le narici fluiscono in modo equilibrato ogni facoltà del cervello funziona in modo ottimale ed integrato poiché si risveglia sushumna nadi, e questo porta a fare l’esperienza diretta della meditazione.
Si ritiene che durante l’inspirazione il flusso di aria in ciascuna narice stimoli particolari centri nervosi autonomi unilaterali che si trovano all’interno e sotto le mucose. Questi stimoli specifici a loro volta influenzano i processi autonomi della respirazione, della circolazione, della digestione e così via.
Alcuni ricercatori hanno dimostrato l’innervazione estremamente ricca e sensibile delle membrane nasali. Alcuni studi hanno evidenziato la presenza di fibre nervose autonome all’interno di questa membrana in numero venti volte superiore a quelle che si trovano nel sistema cerebrospinale (sistema nervoso centrale). Questo suggerisce che il sistema nervoso autonomo ed i suoi due componenti complementari – il sistema nervoso simpatico eccitante (pingala nadi) ed il sistema nervoso parasimpatico rilassante (ida nadi) possono essere attivati dalla regione della mucosa nasale.
Respirare correttamente
Non è forse paradossale il fatto che in questa nostra epoca, in cui la vita diviene ogni giorno più comoda e facile, in cui l’uomo continua ad inventare macchine che lavorino al suo posto, incontriamo sempre più sovente persone esaurite e stanche?
La vita frenetica che ci è imposta dalla moderna cultura era un tempo prerogativa dei responsabili, ma oggi essa coinvolge tutti gli strati della società, e le depressioni nervose aumentano.
Nell’uomo agitato e teso una funzione primordiale risulta disturbata: la respirazione.
Essa si fa superficiale – quindi inefficiente – perché il sistema respiratorio, gola, bronchi, muscolatura toracica e addominale, e in particolare il diaframma, perdono la loro motilità per effetto delle contrazioni.
Le conseguenze sono prima di tutto un accumularsi dei rifiuti gassosi, che, invece di essere eliminati, restano nell’organismo e a poco a poco lo attaccano inesorabilmente.
Parallelamente ne deriva una ipossigenazione cronica.
Come si può sperare che in queste condizioni l’organismo si mantenga in buona salute?
Dovrebbe forse sorprenderci che queste persone soffrano di emicranie recidive ad ogni medicina? Che perdano l’appetito, che diventino ipereccitate o indolenti, asteniche e senza dinamismo?
Conosciamo tutti l’importanza della respirazione, ma chi ne tiene conto?
L’aria è il nostro principale nutrimento non solo in termini qualitativi, ma anche quantitativi.
L’ossigeno entra per un 65% nella composizione elementare del nostro corpo. L’elemento che subito segue è il carbonio (18%), l’idrogeno (10%).
Ossigeno, idrogeno e carbonio rappresentano insieme il 93% degli elementi che ci costituiscono. Ben 25 elementi si dividono il restante 7%!
L’ossigeno è il principale nutrimento delle nostre cellule; senza di esso, ad esempio, non si può effettuare la corretta assimilazione degli alimenti.
La digestione è un’operazione chimica molto complessa che implica una infinità di reazioni d’ossidazione e di riduzione, cioè movimenti di ioni ossigeno. Se respiriamo male, digeriamo male.
Proprio la funzione respiratoria che condiziona tutta la nostra vita è anche la sola ad essere mista, cioè automatica o volontaria a nostro piacimento. Tra tutti i processi automatici del corpo, il respiro è il più semplice di cui divenire consapevoli perché sta nel punto di intersezione tra la mente conscia e subconscia.
Essa costituisce un limite fra la vita di relazione (cioè la vita cosciente e volontaria) e la vita vegetativa (involontaria, automatica, inconscia).
Infatti ci è impossibile dare ordini allo stomaco, fegato, intestino…ma quando vogliamo possiamo controllare la respirazione.
Il respiro è perciò uno specchio sottile della sottostante attività nervosa e mentale.
Noi colleghiamo il termine respirazione con quello di cassa toracica. In verità dovremmo soprattutto pensare al diaframma.
Tutti sanno farsi un’idea del proprio cuore, ma ben pochi hanno un’idea anche lontana del proprio diaframma.
Il diaframma divide il tronco in due parti. Esso è una cupola fibrosa semirigida, fasciata dai muscoli radicati ai due lati inferiori. Questa cupola ricopre il fegato, lo stomaco, la milza, il pancreas e più in giù gli intestini e le altre viscere.
Sopra, poggiati sulla cupola, troviamo i polmoni e il cuore protetti dalla cassa toracica.
Il diaframma è insieme al cuore uno dei muscoli più potenti e attivi del corpo.
Esso lavora continuamente e può riposarsi solo fra l’espirazione e l’inspirazione.
Il diaframma ha un ruolo determinante nella respirazione: quando noi inspiriamo, esso discende, la cupola si appiattisce, e sotto questa pressione la parte inferiore della vena cava si riempie di sangue che proviene dall’apparato digerente attraverso il fegato. Intanto, l’espansione della cassa toracica, provoca nei polmoni una depressione, che richiama il sangue verso il cuore. Durante l’espirazione, si produce il contrario: il diaframma risale nella gabbia toracica e l’aria viziata può così essere espulsa.
Il sangue di cui si è imbevuta la spugnosa materia polmonare, dove si è liberato dai rifiuti gassosi e si è arricchito di ossigeno, viene sospinto verso il cuore.
Detto in altri termini maggiore è la quantità di aria che assorbiamo nei nostri polmoni, maggiore sarà la quantità di sangue che viene richiamata; i polmoni fungono da pompa aspirante sulla circolazione venosa. Possiamo asserire che il diaframma è proprio un secondo cuore, della stessa importanza del cuore vero e proprio.
Ci sorprende allora che respirare in modo corretto sia tanto benefico al cuore?
Quanto alla tensione nervosa, causa indiretta dell’insufficiente respirazione, essa non è affatto estranea all’aumento allarmante del numero di infarti e incidenti cardiaci.
Le pratiche indicate si consiglia di apprenderle sotto la guida di un insegnante certificato. Tutto ciò che è descritto non ha lo scopo di sostituire consulenza medica o diagnosi professionali di alcun genere.
FINE PRIMA PARTE
Grazia Ugazzi
Bibliografia:
- Asana Pranayama Mudra e Banda – Satyananda Paramahansa – ed.Satyananda
- Il fenomeno stress – F.Vester – ed.Giunti martello
- A systematic corse in yoga…- Satyananda Paramahansa – ed. bihar school of yoga India
- Yoga e Stress- Sw.Suryamani Saraswati – ed.Satyananda
- Prana, pranayama, prana vidya – sw.Niranjananda – ed.satyananda
- Meditazione psiche e cervello – f.Bottaccioli – ed.tecniche nuove
- Vivere con lo stress- Jacqueline Renaud – ed.Armenia
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